Professionisti italiani in USA

Sicuramente sì.

Anche negli Stati Uniti d’America, si possono trovare diversi professionisti legali italiani che si occupano sia di diritto locale, che italiano, o addirittura di entrambi i paesi.

Vi consigliamo di affidarvi sempre a professionisti esperti che abbiano una conoscenza completa del diritto
italiano e americano, nonché siano abilitati alla professione forense nelle giurisdizioni di riferimento.

Certamente.

La conoscenza della fiscalità italiana o europea e dei trattati internazionali contro la doppia imposizione non è tuttavia un prerequisito per la qualifica di commercialista (Certified Public Accountant, CPA) negli Stati Uniti d’America.

Per questo motivo consigliamo di affidarsi sempre a professionisti che lavorano quotidianamente su tematiche che interessano la fiscalità, gli scambi commerciali e le attività imprenditoriali tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America.

Sì.

Nel caso di residenza all’estero, si dovrà sottoscrivere una procura speciale per la vendita dell’immobile presso la rappresentanza diplomatica italiana più vicina, che avrà valore legale in Italia. 

Dal punto di vista fiscale, nel caso di cessione di beni immobiliari sul territorio italiano, si applica il principio del locus rei facta, per cui l’immobile viene tassato nel paese dove è situato, indipendentemente dalla residenza del proprietario. 

Gli Stati Uniti d’America potrebbero poi riconoscere un credito di imposta in virtù dei trattati contro le doppie imposizioni con l’Italia.

Generalmente no. 

Al di là di eventuali lavori part-time nel campus universitario, il visto per studio non permette agli studenti di lavorare o cercare impiego al di fuori dell’università, salvo svolgere un tirocinio al termine del percorso di studi. La ricerca di impiego al di fuori di tali condizioni può comportare una violazione del visto e portare alla revoca dello stesso.

No. 

Sebbene sia possibile per qualsiasi cittadino straniero iniziare un’attività imprenditoriale o investire in proprietà immobiliari negli Stati Uniti, da tali attività non consegue un diritto immigratorio verso gli USA. 

A differenza della mera proprietà di beni immobili, nel caso di una nuova attività d’impresa, esiste tuttavia la possibilità di vivere e risiedere negli USA attraverso la concessione di una delle diverse categorie di visto per investimento.

Assolutamente sì.

Per soggiorni inferiori ai 90 giorni, i cittadini italiani non necessitano di un visto per entrare negli USA. 

Nel caso invece dell’intenzione di contrarre matrimonio e vivere insieme negli USA, i cittadini italiani dovranno presentare domanda per un visto di fidanzamento (fiancée visa) per iniziare l’iter finalizzato al matrimonio ed al ricongiungimento permanente negli Stati Uniti
d’America.

Per gli Stati Uniti d’America esistono oltre 100 categorie di visto.

Il visto è un atto con cui gli USA concedono ai cittadini stranieri di accedere o risiedere nel proprio territorio. 

I visti americani si dividono in due macrocategorie principali: visti non-immigranti (temporanei) e visti immigranti (permanenti). 

La scelta del visto più adatto alle esigenze del singolo dipende in gran parte delle motivazioni del soggiorno, quali studio,lavoro, scambio culturale, formazione, investimento, matrimonio, etc.

Ufficialmente chiamata Permanent Resident Card, la Green Card (in italiano Carta Verde), è un permesso di soggiorno permanente, concesso dall’autorità per l’immigrazione americana ai cittadini stranieri che scelgono gli USA come la propria casa. 

Tutti i cittadini italiani che desiderano vivere e lavorare negli USA in modo permanente necessitano di una Carta Verde.

Equivale alla cittadinanza americana? 

La Carta Verde può essere concessa ai familiari di cittadini americani, nonché a residenti temporanei, lavoratori dipendenti ed autonomi, imprenditori, o richiedenti asilo, che rispettino determinati criteri, ma non equivale alla cittadinanza americana. 

Il possesso della Carta Verde può nel tempo dare la possibilità di iniziare il processo di naturalizzazione per diventare cittadini americani.

Le LLC (simili alle srl italiane) e le Corporation (simili alle SPA italiane) sono tra le strutture aziendali più comuni negli Stati Uniti d’America.

 Per un progetto d’impresa oltreoceano, scegliere il tipo di società più adatta è cruciale, perché può portare ad importanti benefici di natura fiscale, amministrativa ed operativa. 

Sia le LLC, che le INC sono società di capitali a responsabilità limitata, in cui i soci non devono rispondere delle obbligazioni della società con il proprio patrimonio personale. 

Non esiste una risposta unica a quale delle due tipologie sia migliore, dipende da che tipo di attività si svolgerà negli USA; le LLC, tuttavia, possono risultare più flessibili in termini di oneri ed adempimenti fiscali-amministrativi rispetto alle INC, che sono, per loro natura, più strutturate.

Negli Stati Uniti non esiste la figura del libero professionista così come la intendiamo in Italia. 

Sicuramente si tratta di un Paese che incoraggia il lavoro autonomo, ed esistono diverse forme societarie che tutelano i liberi professionisti. 

Negli USA non esiste però l’IVA, mentre viene applicata una sales tax sui beni o servizi venduti al consumatore finale a cui anche i liberi professionisti possono essere soggetti. Per quanto riguarda l’aspetto immigratorio, non esiste invece un visto specifico per lavorare negli USA in libera professione.

Il fisco americano si chiama Internal Revenue Service (Servizio Interno delle Entrate) ed è un ente federale, parte del Dipartimento del Tesoro, responsabile del servizio di riscossione delle tasse e dell’amministrazione dell’Internal Revenue Code, l’insieme delle norme fiscali degli Stati Uniti d’America.

Dipende dallo status immigratorio negli Stati Uniti d’America. 

I cittadini americani, anche se residenti all’estero, ed i cittadini stranieri fiscalmente residenti negli Stati Uniti, indipendentemente dal loro status immigratorio, sono tenuti a dichiarare i propri redditi al fisco americano, anche se prodotti all’estero.

In linea di massima, tutti i cittadini italiani non residenti in Italia (iscritti all’AIRE) non sono tenuti a dichiarare i propri redditi prodotti all’estero. 

Tale condizione non è invece valida, qualora, al di là della residenza anagrafica, il cittadino risulti fiscalmente residente in Italia e produca redditi all’estero o viceversa. 

In tal caso, i redditi, nonché tutti i rapporti finanziari mantenuti all’estero vanno dichiarati all’interno della propria dichiarazione italiana.

Non necessariamente. 

Nel 1984 e nel 1999, gli Stati Uniti d’America e l’Italia hanno firmato un trattato bilaterale rispetto al pagamento delle imposte, onde evitare episodi di doppia imposizione, cioè quei casi in cui due stati rivendicano entrambi il diritto di tassare l’utile di uno stesso soggetto. 

Per maggiori informazioni, rivolgetevi al vostro tributarista internazionale di fiducia.

Dalla fondazione fino ai giorni nostri, gli Stati Uniti rappresentano una delle destinazioni preferite da individui ed imprenditori che cercano nuove opportunità di successo. 

Il percorso necessita però di un’accurata pianificazione, pazienza e risolutezza e può prevedere degli importanti investimenti economici.

Non esiste però una strategia valida per tutti – il percorso più adatto verso il sogno americano dipende infatti dal singolo caso e va valutato attentamente con l’aiuto di professionisti esperti che vi possano affiancare ed individuare la soluzione più adatta alle vostre esigenze.

I costi associati alla costituzione di una società negli Stati Uniti variano a seconda della sua natura giuridica e dello stato americano di incorporazione. 

Generalmente si tratta di un investimento piuttosto contenuto e di un processo che svolge in tempi rapidi, anche meno di 48 ore. 

Il costo di domiciliazione e di gestione amministrativa può invece variare sostanzialmente a seconda dell’attività e della struttura aziendale.

Sì, ma non sempre. 

In alcuni stati americani, la costituzione di una società può essere effettuata da remoto, incaricando un terzo soggetto (incorporator) ad effettuare tutte le azioni necessarie di fronte alle autorità. 

Allo stesso tempo, può non essere necessaria la residenza negli USA – motivo per cui anche cittadini italiani residenti in Italia possono aprire il loro business americano senza dover viaggiare oltreoceano.

In alcuni casi, sì. 

Al di là delle soluzioni fintech che il mercato offre, l’apertura di un conto corrente americano personale non è generalmente concessa, qualora i titolari non siano residenti negli USA. 

Per le imprese, invece, l’apertura di un conto corrente aziendale in uno dei maggiori istituti di credito è possibile, sebbene sia un processo che necessita di un’accurata due diligence e di assistenza da parte del vostro consulente di fiducia.

L’apertura di un conto corrente americano può portare a innumerevoli vantaggi per l’attività imprenditoriale e personale tra cui: maggiore affidabilità commerciale, tutela addizionale del patrimonio personale o aziendale, basse commissioni sulle transazioni e gli acquisti in dollari americani, emissione di una carta di credito americana internazionale, massima sicurezza ed alto grado di riservatezza, nonché il consolidamento dell’affidabilità creditizia verso le agenzie di credit rating.

Dipende. 

Negli USA non esiste la partita iva come la intendiamo in Italia. 

Tuttavia, qualsiasi business che svolga un’attività commerciale continuativa (ETOB, Established Trade or Business in the United States) è tenuto alla richiesta di un EIN (Employer Identification Number) ed in alcuni casi, alla richiesta della licenza per la riscossione della sales tax statale.

Gli Stati Uniti d’America prevedono tre livelli di competenza fiscale: federale, statale e locale. 

Generalmente, gli individui o le aziende che si trasferiscono ed espandono i propri interessi negli USA sono soggetti alle imposte sul reddito (income tax), che variano indicativamente tra lo 0% ed il 37% a livello federale, e tra lo 0% ed il 14% a livello statale. 

Oltre le imposte sul reddito, alcune attività o individui possono dover essere soggetti al pagamento di altre imposte, quali ad esempio, sui beni venduti, sulla proprietà, sui patrimoni, o sulle importazioni.

Assolutamente no. 

Il Delaware è uno Stato a fiscalità agevolata, per molteplici ragioni: accesso alla competitività e affidabilità del mercato americano, apertura in tempi rapidissimi di una nuova attività anche per i non residenti, legislazione moderna ed efficiente attenta alle aziende e alla privacy, regime fiscale particolarmente vantaggioso per i redditi stranieri, che sono comunque soggetti alle imposte federali.

La costituzione di una società americana è un processo più veloce e meno complesso rispetto all’Italia, anche se necessita di un know-how specifico. 

Operare con una società americana può portare notevoli benefici fiscali, riducendo l’incertezza legata alle operazioni commerciali intercontinentali e garantendo maggiore affidabilità e visibilità sul mercato d’oltreoceano.

Sì, le due professioni sono distinte per i compiti e le responsabilità del proprio ruolo. 

A differenza del ragioniere (bookkeeper) che è una figura amministrativa che si occupa principalmente della corretta organizzazione e registrazione delle transazioni finanziarie di un’impresa con un ruolo più operativo, il commercialista (Certified Public Accountant, CPA) offre una consulenza finanziaria e fiscale di natura strategica, provvedendo inoltre alla redazione delle dichiarazioni fiscali. 

Per esercitare come CPA, il professionista necessita di una laurea ad indirizzo economico-manageriale, di aver svolto un tirocinio, nonché di aver passato l’esame di abilitazione alla professione, differente per settore di attività fiscale.

La figura del notaio negli Stati Uniti esiste, ma con poteri più circoscritti rispetto alla controparte italiana. Il notary public è un pubblico ufficiale incaricato dal governo statale il cui ruolo è di agire come testimone imparziale nella firma di alcuni documenti. 

Ciascuno stato americano regola in maniera differente il ruolo del notaio ed i poteri attribuiti, ma generalmente la figura del notaio viene utilizzata per giuramenti, dichiarazioni, testimonianze, verifica delle firme e la certificazione di alcuni documenti. A differenza dell’Italia, il notaio spesso svolge anche la professione di avvocato.

La procura (power of attorney) è un documento attraverso cui un mandante cede ad un procuratore i poteri di agire al suo posto per un dato periodo di tempo e rispetto ad alcuni ambiti della propria vita o professione. 

Negli Stati Uniti, non è sempre richiesto che una procura venga notarizzata per avere valore legale, ma potrebbe essere necessaria la presenza di un testimone. 

In alcuni stati americani, inoltre, il public notary non può redigere una procura; tale funzione viene considerata invece prerogativa esclusiva di un avvocato.

A partire dal 2011, negli Stati Uniti è possibile usufruire del servizio di Notarizzazione Online in Remoto (RON, Remote Online Notarization).

Questa pratica, iniziata in Virginia, è diventata sempre più comune durante la pandemia Covid-19. Attualmente oltre 40 stati americani autorizzano la RON, ad esclusione del Delaware, Connecticut, California, Massachusetts e District of Columbia, anche se un disegno di legge è attualmente in fase di valutazione per normare il servizio a livello federale.

Un cittadino italiano residente all’estero può far procura verso un cittadino in Italia mediante la legazione diplomatica (consolato o ambasciata) d’Italia nel paese straniero, ovvero direttamente attraverso un notaio italiano. 

Al contrario, per atti da prodursi all’estero, potrebbe essere necessario recarsi da un notaio e richiedere l’apostille, la quale, secondo la Convenzione dell’Aja del 1961, certifica l’autenticità dell’atto al di fuori del paese ove lo stesso è stato redatto o emesso.